In un decennio o poco più, abbiamo assistito a Champions League mancate per un soffio col fegato spappolato.
Tanto che alla fine della fiera, questa "zona Champions" è diventata l’obiettivo unico stagionale, il settimo sigillo, la realizzazione di una intera annata.
Eh vabbè ma però….
Eh vabbè ma però….
13 anni fa non potevamo nemmeno immaginare una Lazio, con un mercato veramente insulso, lottare addirittura per lo Scudetto. Anche solo per un momento.
Adesso la palla passa alla dirigenza che dovrà ragionare come le vere big e non con tutti i Borja Mayorales del mondo.
Dopo quello che è successo, covid annesso e connesso, questo potrebbe essere l’anno della svolta?
Ripartendo dalla Champions League, riascoltando la musichetta, dimenticando per un secondo le squadre disparate che però riuscivano a prenderci per il Cluj.
Nelle casse della società entreranno molto più che du’ spicci e Lotito ha il dovere morale di mettere in piedi una squadra che non lascia nulla all’improvvisato.
Soprattutto una squadra capace di rimanere tra le prime 4 forze del campionato nostrano.
Il girone infernale di ritorno, quello delle sofferenze post- coronavirus è finito, il terzo posto si potrebbe ma, come si usa dire: " Chi s’accontenta gode" .
Con buona pace della sfiga, con le italiane immischiate ancora nelle Coppe, Roma e Napoli, la Lazio approderà in Champions League dall’ingresso principale. E ci credono già tutti perché all’Olimpico dopo la gara contro il Cagliari, c’è stata grande festa con tanto di foto ricordo sotto la Curva.
Per una volta lo dico nel modo corretto: la squadra di Inzaghi è matematicamente quarta in classifica.
Nel bene e nel male, è il giusto epilogo per un anno incredibile.
Rimane l’amaro per una lotta Scudetto finita male, ma in sottofondo, mentre Immobile segnava contro al Cagliari, mi sembrava già di sentirla la musichetta della Champions League.
Na na na na the Championsssssssss da da da daaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa…. Ihhhhhhhiiiiiii….nananaaaaa... The Championssssssss